III edizione del Messale. Cosa cambia?

Era necessaria una nuova edizione del messale? Per quale motivo ci viene consegnato questo libro che scombina le nostre abitudini, tra cui quella del Padre nostro?

Dalla prima domenica di avvento non inizieremo a celebrare con un nuovo rito, o con un rito diverso, ma con una edizione migliorata dei testi della messa. Vorremmo  porre l’attenzione su quattro elementi.

1. È il libro di tutto il popolo, non unicamente del prete che deve sapere cosa fare. Proviamo a sentirlo “nostro”, cioè uno strumento che indica una modalità di preghiera – quella liturgica – che dà alla nostra comunità e a ciascuno di noi una certa forma, che ci trasforma e ci conforma  a Gesù. Solo facendo insieme, fisicamente, delle azioni proposte dal messale insieme assumiamo il ritmo, lo stile e l’appartenenza a una Chiesa che celebra.

2. Siamo invitati ad assumere un linguaggio “tipico” di ciò che stiamo facendo. Ogni realtà ha delle parole che appartengono solo a un certo ambito: per esempio “lockdown” oppure “tampone” erano parole mai sentite prima di alcuni mesi fa, ma ora sappiamo bene a che cosa si riferiscono. Allo stesso modo la liturgia è esortata a usare delle parole proprie. Questo cambio di lessico è più legato alle parti che il presbitero dirà a nome di tutto il popolo, ma anche l’assemblea dovrà sforzarsi in qualche piccola modifica.

3. Riscoprendo la centralità della liturgia, siamo invitati tutti a curare le azioni che compiamo. Quando ci è stata preclusa la possibilità di andare a messa, abbiamo sentito la mancanza fisica del nostro trovarci. Se questo è l’ambiente in cui effettivamente il Popolo di Dio incontra il suo Signore, siamo tutti invitati a riscoprire la profondità con cui celebrare.  

4. Il criterio principale che ha guidato tutto il lavoro di edizione del messale ha tenuto a cuore la volontà di far emergere in ogni sua parte che nella Messa è Dio ad agire, a donare e a donarsi. Lui è il protagonista e gli accorgimenti a cui andiamo incontro sono necessari per aiutarci a porre al centro della nostra fede la sua presenza.

 Alle porte della chiesa sono stati posti dei foglietti che illustrano alcune delle differenze a cui dovremo abituarci. Sul canale youtube della parrocchia ci sono anche quattro video che ne parlano. Cerchiamo di sentire questo come il culmine e fonte di tutta la vita cristiana, e la sorgente della carità per la nostra Chiesa.

Variazioni per l’Assemblea

Con la nuova edizione del Messale

Dalla prima domenica di Avvento celebreremo l’Eucaristia con una nuova edizione dei testi liturgici. Troveremo alcune differenze a cui ci prepariamo.

Nell’atto penitenziale si dirà: Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle (…) e supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle

Viene suggerito di usare la formula Kyrie/Christe eleison invece di Signore/Cristo pietà

Il Gloria verrà modificato così: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini, amati dal Signore.

Dall’Avvento vorremmo anche proporre le preghiere dei fedeli ad ogni messa feriale. Nelle preghiere dei fedeli verranno nominati anche i defunti per i quali si celebra l’Eucaristia. Invece di ricordarli durante la preghiera eucaristica. Inomi saranno inseriti nell’ultima preghiera dei fedeli delle messe feriali.

Nel Padre nostro si è scelto di assumere la traduzione che inserisce “anche noi li rimettiamo” e “non abbandonarci”, per cercare di porre due accenti: uno sul perdono che anche noi diamo e uno sull’identità di Dio, che non ci abbandona. Diremo: Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

Nell’Agnello di Dio, per porre l’attenzione sul protagonista che ha preparato il banchetto celeste, si invertono gli elementi che vengono nominati: Si dirà: Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello.

         Non è “una messa diversa” ma una differenza di parole. Ci sono anche altre differenze, soprattutto nei testi delle preghiere eucaristiche. Per esempio, invece di: «Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito» si dirà: «Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità. Ti preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito», e altre nuove traduzioni.

         Con questi accorgimenti speriamo che le nostre comunità possano cogliere come la liturgia sia l’ambiente principale di spiritualità e di formazione alla vita cristiana per il Popolo di Dio. Per questo motivo, la liturgia cerca un linguaggio proprio per assolvere questo suo compito e un po’ alla volta lo comprenderemo. Iniziamo questo percorso, il tempo ci aiuterà ad assumere queste innovazioni!